Alla scoperta dei mestieri digitali, che offrono tante nuove opportunità di lavoro ai giovani
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Come le nuove tecnologie stanno trasformando il mondo del lavoro? Quali sono i nuovi mestieri che sono nati proprio da, per e con queste tecnologie? In un momento in cui il dibattito sull'intelligenza artificiale, da Chat GPT in giù, sta esplodendo in tutto il mondo, vale la pena di capire se l'incremento dell'utilizzo della tecnologia nelle imprese sia un rischio o un'opportunità.
Parliamo in questo episodio di mestieri del futuro con Marco Pesarini, partner di Bip xTech. «La tecnologia, la robotica, l'intelligenza artificiale stanno aggiungendo nuovi strumenti al lavoro che facciamo, nuovi strumenti che aiutano a cancellare i lavori difficili, noiosi, ripetitivi» esordisce Pesarini: «Siamo davanti ad una trasformazione le cui prospettive ancora fatichiamo a comprendere ma che sono sicuramente molto interessanti». Questi strumenti sono secondo lui un prezioso supporto che permetterà agli esseri umani di spingersi «sempre di più nella direzione della creatività, dell'intuizione, e sempre meno nell'ambito dell'esecuzione».
I nuovi mestieri "gemmati" dalle innovazioni tecnologiche non solo sono molti, non solo sono in crescita, ma garantiscono anche nella maggior parte dei casi condizioni contrattuali e retributive superiori rispetto alla media. Insomma, avere questo tipo di competenze permette di poter trovare più facilmente lavoro.
Eppure ci sono ancora troppe poche persone che scelgono di formarsi in questi campi. Il cosiddetto mismatch, la discrepanza tra ciò che i datori di lavoro cercano e le competenze possedute in media da chi è alla ricerca di lavoro, è sempre molto alto in Italia: e quando si parla di digital mismatch, ancora di più. Specie per le ragazze: secondo uno studio realizzato nel 2019 da noi della Repubblica degli Stagisti e Spindox con il supporto dell'Osservatorio giovani dell'Istituto Toniolo e un campione di ben 2mila persone tra i 20 e i 34 anni, molte donne restano lontane dai percorsi formativi in informatica perché persiste tutt'oggi un enorme stereotipo di genere che disegna lo studio dell'informatica, così come le professioni ICT, come “roba da maschi”.
Ma ovviamente questi lavori in realtà sono alla portata di chiunque abbia un cervello portato all'analisi, a prescindere dal genere: «Serve soprattutto una preparazione alla comprensione del requisito, al problem solving, all'analisi» conferma Pesarini: ci sono «sempre più donne che entrano in questi percorsi; quindi se è vero che adesso la proporzione è sbilanciata a favore degli uomini, a tendere questa cosa cambierà».
Con Eleonora Voltolina, fondatrice della Repubblica degli Stagisti, nel corso dell'episodio Pesarini approfondisce anche il tema etico legato a queste nuove tecnologie: «L'intelligenza artificiale non è etica», ammonisce il manager: «Etica e supervisione saranno sempre nelle mani dell’uomo; questo è il nuovo lavoro dell'ingegnere che lavora nell'ambito dell'intelligenza artificiale». E il pensiero non può che correre a R. Daneel Olivaw, indimenticabile e profetico personaggio al centro della saga dei robot e della Fondazione di Isaac Asimov.
Rispetto agli sbocchi lavorativi, Pesarini spiega come per anni ci sia stata una grande richiesta di data scientists, «specialisti di intelligenza artificiale creata da zero». Ma questa figura, «adesso è già superata» perché il Data Scientist classico faceva quel «che oggi Chat GPT fa facilmente. Per questo stiamo sempre di più investendo su figure tipo Data Engineer, Cloud Engineer».
E il suo libro del cuore? L'arte della guerra di Shun Tzu, un grande classico «che parla di strategia militare ma che può essere veramente applicata nella crescita professionale di tutti noi».
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